CINQUE TERRE
EREMO DI SANT’ANTONIO DEL MESCO (Ruderi di chiesa e romitorio – XI secolo)
Località: Monterosso al Mare (SP)
Sub-area: Parco Nazionale delle Cinque Terre
Dell’antico eremo di Sant’Antonio del Mesco si ha un primo cenno nel 1380 ma si è inclini a ritenere che la chiesa con annesso romitorio possano essere stati edificati in un periodo antecedente, forse nell’XI secolo. Della chiesa rimangono visibili l’abside, parte della volta e del muro perimetrale, mentre dell’annesso cenobio, abbandonato definitivamente nel 1610, soltanto qualche rudere. La pregevole statua lignea di sant’Antonio abate del XV secolo è ora custodita in un oratorio di Monterosso.
GROTTE DELL’EREMITA (Romitorio rupestre – XX secolo)
Località: Beccara di Riomaggiore (SP) Sub-area: Parco Nazionale delle Cinque Terre
Le cosiddette “grotte dell’Eremita”, sulla collina di Corniolo (Cinque Terre), tra Manarola e Riomaggiore, sono i due piccoli ambienti rupestri che il religioso don Andrea Fresco scavò nei primi anni del secolo scorso per ritirarsi in eremitaggio. All’interno sono tutt’ora visibili un inginocchiatoio, due sedili, alcune nicchie e dei simboli sacri (un crocifisso ed un serpente): tutti interamente scolpiti/ricavati nella roccia.
GOLFO DEL TIGULLIO
EREMO DI SANT’ANTONIO DI NIASCA (Complesso cenobitico – XIII secolo)
Sub-area: Parco Regionale di Portofino
L’eremo di Niasca è in realtà un complesso di edifici (chiesa, cappelle, romitorio, ecc.) del XIII secolo immerso nel bosco, lungo il sentiero che collega Portofino a Paraggi. Dopo secoli di abbandono ed incuria, da qualche tempo l’intera area sacra è oggetto di una impegnativa e non ancora ultimata opera di recupero.
RIVIERA DEI FIORI
EREMO DI PRE’ LUIGI (Ruderi di romitorio rupestre – XIX secolo)
Località: Dolcedo (IM)
L’eremo di Pre’ Luigi, che si trova nei pressi di un ponte sul torrente Merea, prende il nome da Luigi Bellissima, un eremita che a metà del 1800 ha scelto questo luogo per il suo ritiro spirituale. Quel che rimane del misero alloggio, sotto il riparo naturale della roccia, consta dei resti di un muretto a secco con una finestrella che, in qualche modo, contornavano l’angusto spazio.
GROTTA DELL’ANNUNZIATA DELL’ARMA (Santuario rupestre – XI-XII secolo)
Località: Bussana di Sanremo (IM)
Il santuario della Santissima Annunziata si trova lungo il percorso che collega Sanremo a Taggia, nel promontorio della cinquecentesca torre di guardia (Torre dell’Arma), un sito di notevole interesse storico, archeologico ed ambientale. La chiesa con annesso romitorio è, infatti, edificata all’ingresso di una grotta preistorica, dove pochi decenni orsono, sono stati riportati alla luce reperti risalenti al paleolitico. Ma si tratta anche di uno dei primi insediamenti ipogei cristiani della Liguria che più avanti, grazie ai monaci benedettini, verrà sviluppato e strutturato come un vero e proprio santuario dedicato alla Beata Vergine Annunziata.
BAUMA DI SAN ROMOLO (Cappella e romitorio rupestre – V secolo)
Località: San Romolo di Sanremo (IM)
Sub-area: Monte BIgnone
La bauma o grotta di San Romolo, sulle pendici occidentali del monte Bignone, sopra Sanremo, dove si dice che il Santo, vescovo di Genova, visse gli ultimi anni di eremitaggio, è ora custodita all’interno di una cappella di stile baroccheggiante con altare e statua del santo morente, meta di continui pellegrinaggi.
SANTUARIO DI NOSTRA SIGNORA DELLE VIRTÙ (Chiesa rupestre – XVI secolo)
Località: Serre di Ventimiglia (IM)
Quello di Nostra Signora delle Virtù è un santuario molto particolare perché ricavato all’interno di una caverna, come spesso si usava fare in Liguria a quel tempo. Assai caro agli abitanti di Ventimiglia già dal ’600, risale al 1520, quando i frati agostiniani edificarono una cappella dedicata alla Vergine delle Virtù. La cappella fu poi ampliata nel corso dei secoli, fino a divenire il santuario che possiamo ammirare oggi e si dice che qui furono ritrovati i resti ossei di san Secondo martire, come dichiarato in una lettera dal vescovo di allora al cardinale Borromeo.
RIVIERA DELLE PALME
EREMO DI SAN MICHELE (Ruderi di chiesa-romitorio – X-XI secolo)
Località: Noli (SV)
I ruderi dell’antica chiesa romanica di San Michele, la cui dedicazione richiama la tradizione longobarda, sono suggestivamente adagiati sulla collina che fronteggia il castello di Noli. La chiesa, probabilmente eretta tra il X e l’XI secolo, in origine era ad una sola navata con volta a botte ed abside semicircolare, e solo in un secondo momento sono stati aggiunti la navata laterale ed un piccolo campanile. L’austera semplicità costruttiva del sacro edificio, in una posizione isolata ma lungo il vecchio sentiero dei pellegrini (da Noli a Varigotti), dove sono ancora visibili i resti di un ospizio ed altri luoghi di culto, non esclude un suo probabile utilizzo eremitico.
GROTTA DI SANTA LUCIA SUPERIORE (Santuario rupestre – XV-XVI secolo)
Località: Toirano (SV)
La grotta di Santa Lucia Superiore si trova poco più in alto di quella di Santa Lucia Inferiore e fa parte del complesso delle Grotte di Toirano nella val Varatella. Nella parte anteriore ospita un santuario rupestre tardo-medievale. All’interno, nel corridoio che si snoda dietro l’altare, si ritrovano numerose testimonianze lasciate dai pellegrini fin dai primi secoli di vita del santuario. Scavi archeologici del 1960 hanno rinvenuto attrezzi in pietra realizzati da uomini di Neanderthal durante l’ultimo periodo glaciale, tra 80 e 40 mila anni fa. Ma gli strati più profondi messi in luce potrebbero essere assai più antichi, addirittura di 200-250 mila anni fa.
EREMO DEL DESERTO (Complesso cenobitico – XVII secolo)
Località: Varazze (SV)
L’eremo del Deserto si trova nel territorio di Varazze e ospita il convento dei padri Carmelitani. L’edificio religioso è stato fondato fra il 1614 e il 1618 e può considerarsi a ragione il primo eremo carmelitano d’Italia. Dopo le soppressioni ottocentesche, l’Ordine vi si insediò nuovamente nel 1921. Intorno all’eremo si snoda un percorso botanico ad anello di straordinario valore naturalistico che si estende per quasi due chilometri e mezzo e consente di attraversare in breve tempo un’ampia gamma di tipologie ambientali estremamente diversificate. Questo si deve in parte alle caratteristiche climatiche della zona che favoriscono la coesistenza di specie mediterranee accanto ad alberi tipici dei boschi montani. Sparse qui e là nel folto della vegetazione vi sono le sette cappelle/romitori dove i frati solevano trascorrere alcuni periodi dell’anno in assoluta solitudine e penitenza.
RIVIERA LIGURE DI PONENTE
EREMO DI SANT’ALBERTO (Chiesa e romitorio rupestre – XIII secolo)
Località: Genova-Sestri (GE)
L’eremo di Sant’Alberto è uno dei più tipici santuari dell’entroterra, costruito com’è in un luogo di grande suggestione visiva, e meta ancora oggi di pellegrinaggi, soprattutto da parte dei marinai della zona. Il santuario ricorda il genovese Alberto, un monaco cistercense, semplice converso presso l’abbazia di Sant’Andrea a Sestri che, aspirando alla vita solitaria, elesse come propria dimora una grotta tra i boschi del vicino monte Contessa. Qui visse a lungo in dura austerità, esempio di rigore ascetico per i confratelli e oggetto di grande ammirazione da parte dei fedeli. Alla sua morte, avvenuta presumibilmente intorno al 1223, i cistercensi di Sant’Andrea decisero di dargli sepoltura in quello stesso luogo. Una prima cappella dedicata ad Alberto fu eretta a poco più di vent’anni dalla sua morte. D’altro canto la scontata santificazione sanciva questo primo culto, alimentato dai numerosi miracoli a lui attribuiti post mortem. La chiesa vera e propria venne però costruita nel XIII secolo e ricostruita nel 1435. Ha subito parecchi restauri, anche in tempi recenti, soprattutto nella facciata, ed il santuario che possiamo vedere oggi, più che le forme, ne rispecchia e tramanda la mistica atmosfera.
VALLE ARGENTINA
EREMO DI SANTA MARIA MADDALENA DEL BOSCO (Chiesa-romitorio – IX secolo)
Località: Taggia (IM)
L’eremo della Santa Maria Maddalena del Bosco è situato sulle alture che sovrastano Taggia a 628 metri di altitudine sul livello del mare. E’ di origine benedettina e venne fondato nel IX secolo, come succursale del priorato taggesco, con sede presso la Madonna del Canneto. Anticamente alla chiesa era annesso un piccolo monastero che ospitava le celle dei Padri benedettini. L’edificio sacro, di modeste dimensioni, è provvisto di un lungo pronao, dal quale si accede anche al minuscolo locale abitato a suo tempo dall’eremita. Sopra l’ingresso della chiesa vi è un piccolo dipinto murale molto sciupato, verosimilmente trecentesco, che raffigura l’Incontro di Gesù con la Maddalena.
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