Perché EREMOS.
La passione per la montagna, e per tutto quello che è rupestre, non disgiunta dall’interesse originato dalla sorprendente scoperta dei tanti tesori (spesso liquidati come “opere di un’architettura/arte minore”) da questa gelosamente custoditi, mi hanno indotto a ritenere che forse era tempo di mettere in ordine e porre in evidenza siti e strutture che, a mio avviso, meritano di essere conosciuti ed apprezzati. Mi sto riferendo a quei luoghi così vividamente segnati dalla frequentazione eremitica, siano questi romitori ipogei, cenobi o chiese rupestri, che sono presenti un po’ dovunque nel nostro Paese. Sono luoghi spesso non facilmente accessibili, è vero, pur tuttavia sempre suggestivi e gratificanti, in quanto pregni di un palpabile e avvincente misticismo. Come non lasciarsi toccare, infatti, dalla vista di un giacitoio o di un altarino in pietra; dalla magica atmosfera di una basilica catacombale paleocristiana o di una chiesa bizantina interamente scavate nel tufo e sovente impreziosite da un’iconografia a fresco con soggetti cristologici, mariani o di santi in genere; dalla secolare devozione (e dall’incessante pellegrinaggio) per un santuario rupestre micaelico; dalle celle-romitorio dove, ancora oggi, vivono i monaci di una comunità cenobitica?
Il “fenomeno” eremitico.
L’eremitismo (o vita nel deserto) muove i primi passi tra il III ed il IV secolo, quando si avverte la necessità di estraniarsi fisicamente dal mondo e dalla società per andare a vivere in luoghi remoti e isolati, dedicandosi alla contemplazione, alla meditazione ed alla preghiera. In principio vengono privilegiati gli ambienti naturali, come le grotte o gli anfratti della montagna, sia pure protetti e migliorati con semplici opere murarie (pietre a secco) poggiate alla roccia, per arrivare poi in epoca medievale a strutture più articolate e complesse, come ad esempio, le chiese rupestri dei monaci anacoreti basiliani, quasi sempre accompagnate da un certo numero di laure o asceteri, presenti soprattutto nel meridione; e gli altri, svariati eremi che, anche nell’impianto architettonico, si richiamano all’ordine od allo stile francescano, benedettino, agostiniano e celestino, per citare i maggiori.
In pratica.
EREMOS nasce da un lungo (circa tre anni), paziente, accurato ed esaltante lavoro di ricerca, spesso e laddove possibile, corroborato da una specifica conoscenza o da un opportuno sopralluogo, teso a classificare e recensire la moltitudine di siti sacri, corredandola con dati veritieri ed illustrazioni appropriate. Sul piano della sequenzialità va detto che, proprio perché la stragrande maggioranza si trova in zona montana e, di conseguenza, la visita (meglio se guidata) è ad esclusivo appannaggio di escursionisti o trekkers che conoscono/praticano la rete sentieristica, si è preferito elencarli all’interno delle aree geomorfologiche (altipiani, monti o valli) in cui insistono, pure non trascurando di evidenziare l’eventuale parco (nazionale o regionale) o il macrodistretto geo-storico di appartenenza. Infine, per correttezza, si sono mantenuti il toponimo o l’intitolazione comunemente usati e, in taluni casi, viene anche indicato il vecchio nome della località di riferimento.
Una buona visione da Odisseo.
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